Implementazioni e fai da te
Alle persone che vogliono fabbricare birra casalinga consiglio sempre di iniziare acquistando un kit (tipo Mr.Malt) contenente tutto quello di cui si ha bisogno e anche di “farsi le ossa” su un paio di confezioni di malto luppolato. Con un po’ di pratica, tuttavia, ci si rende conto che le possibilità di migliorare ed ampliare l’attrezzatura sono praticamente illimitate.
Molti elementi della mia attrezzatura brassicola sono stati “autocostruiti”, sulla base di consigli ed indicazioni che ho trovato sul web; alcuni di questi sono anche reperibili comodamente in commercio, ma, indipendentemente dall’eventuale risparmio, vuoi mettere la soddisfazione del fai-da-te!
Macinare i grani:
Se si rimane nell’ambito della birrificazione estratto+grani speciali+luppolo, l’acquisto di un mulino apposito non è strettamente necessario: in genere si devono macinare 2-300 grammi di grani speciali.
Si può utilizzare il macinacaffè “della nonna” di vecchio tipo (non quelli elettrici a lama!) a manovella. Questi hanno la possibilità di regolare la dimensione del macinato.
Ovviamente se si vuole birrificare all grain l’acquisto del mulino specifico è praticamente obbligatorio (anche se qualcuno se lo è fatto in casa…).
Realizzare un ulteriore fermentatore:
Di fermentatori e bidoni per travasi si ha sempre bisogno! Ho adattato quindi questi secchi per alimenti (contenevano estratto di malto per panettiere) applicando un rubinettino. Il buco è stato effettuato con una serie di fori da trapano e levigato con una raspa. Al coperchio è stato fatto un ulteriore buco per inserire il gorgogliatore.
Travasare il mosto:
Se il fermentatore non ha il rubinetto e, soprattutto, quando si travasa il mosto ormai raffreddato dalla pentola, è utile sfruttare il principio dei vasi comunicanti: pentola in alto e fermentatore in basso, si riempie un tubo crystal per alimenti con acqua (meglio se da bottiglia di minerale sigillata) e – chiudendo le estremità del tubo con i pollici – si fa partire l’effetto sifone.
Questo metodo è ottimo per lasciare sul fondo della pentola le proteine coagulate senza trasferirle nel fermentatore e per dare una prima ossigenata al mosto.
Raffreddare il mosto:
Dopo la bollitura è importante raffreddare il mosto nel minor tempo possibile. A tale scopo ho realizzato una serpentina in rame da un tubo per idrosanitario.
La dimensione del tubo è di circa 2/3 di pollice (1,7 cm) per circa 10 metri di lunghezza. Io l’ho piegato a mano libera, ma si rischia di creare “strozzature”: meglio servirsi di una base (una pentola ad esempio) su cui avvolgere il tubo.
Il collegamento con il rubinetto è stato effettuato per mezzo di gomma da giardino fermato alla serpentina con fascette metalliche a vite.
Non abbiate timore del contatto del rame con il mosto! In fondo tutte le caldaie di vecchio tipo erano in rame…
In questa pagina il dettaglio di come l’amico Giuliano ha realizzato la sua serpentina.
Ossigenare il mosto:
con il travaso si può parzialmente ossigenare il mosto prima della fermentazione, ma è sempre consigliabile scuotere vigorosamente il fermentatore.
In caso di fermentazioni di birre ad alto OG, è necessario curare bene questo aspetto. Io ho acquistato una pompa per acquario, ma avevo il dubbio della sanitizzazione di quanto soffiato nel mosto. Ho perciò realizzato una catena sanitizzante con acqua ossigenata: l’aria compressa passa dalla pompa alla pietra diffusore inserita in una bottiglia riempita con acqua ossigenata; esce attraverso un tappo in plastica opportunamente forato verso una ulteriore pietra diffusore inserita nel mosto. Quest’ultima è sanitizzata mediante immersione in un superalcolico (grappa, cognac) per una ventina di minuti.
Filtraggio del mosto:
Per evitare dispersioni di calore nello sparging ho adattato un frigo da pic nic al quale ho inserito un rubinettino di plastica, con relativo controdado. Il frigo pic nic è composto da due parti in plastica – opportunamente smontabili – e da una intercapedine di polistirolo espanso. Il foro nella parte interna deve essere realizzato verificando le dimensioni del rubinettino, mentre la parte esterna può essere forata senza particolari attenzioni.
Per il filtraggio utilizzo un tubo di gomma crystal per alimenti bucherellato nella parte inferiore, inserito come da foto, e chiuso ad una estremità (basta fare una “tasca” con lo stesso tubo).
Il filtro può essere utilizzato anche come mash-tun all’inglese (inserendo opportune dosi di acqua bollente per realizzare gli step di temperatura)
Adattamento di un frigo per lagerizzare:
Se si vuole realizzare una vera lager è necessario fermentare attorno ai 10°C e maturare vicino ai 2 – 3. Questo è possibile solamente adattando un frigorifero.
Io ho sfruttato un vecchio congelatore orizzontale in cui ho inserito un vecchio, ma funzionante, termostato da ambiente (era collegato all’impianto di riscaldamento). I collegamenti sono stati ovviamente realizzati affinchè questo chiuda il contatto (e faccia partire il motore) in caso di aumento di temperatura.
Un frigo così adattato permette anche di realizzare tranquillamente le ale anche in estate mantenendo la temperatura di fermentazione a 18-20 °C.
Ciao Davide, volevo capire qualcosa sul congelatore, se il congelatore non è funzionante, inserendo il termostato funziona? Cioè, la temperatura la regola il termostato, ovviamente collegato alla rete elettrica di casa? Quindi praticamente il motore del congelatore lo posso togliere? Grazie per un eventuale risposta.
Se è rotto il motore, il frigo lo puoi buttare, purtroppo.